Come essere felici a Barcellona – La cura di un’Italiana nata sotto il segno del cancro

Non sono mai stata una persona pragmatica e razionale. Preferisco lasciarmi guidare dalla pancia, più che dal cervello. Amo abbandonarmi alle emozioni, anche se a volte mi ci invischio più dei peli nella cera. E vivo così, in balia di un’altalena che sale, sale sale e, a momenti, scende, scende, scende.

Oggi è stata una di quelle giornate di spinta verso l’alto [E viaaaaaa… Uuuuuuuh!] e sono riuscita ad arrivare così in su che il vuoto della marcia indietro non mi preoccupa, anzi. Oggi, ho scoperto tante piccole cose che mi rendono felice. Oggi, è il giorno del mio personalissimo manuale per essere felici a Barcellona, anche se sei nato sotto il segno del cancro.

Quindi, carissme genti lunatiche, materne ed emotive [o no] queste sono le pillole che vi regaleranno giornate di gioia a Barcellona e ovunque vi troviate nel mondo.

Pillola #1: Ira-repellente

Sono sola a casa. La serata ieri non è andata come speravo. Volevo una notte di mojitos e mucha fiesta. E alla fine un paio di copas e poi dritta a casa. E lui? A mille chilometri di distanza, mezzo ubriaco e con gente che non conosco, se la sta spassando alla grande.

La reazione comune sarebbe stata la comparsa di bubboni purulenti sulla faccia, tic isterici su Whatsapp e velenosità a spruzzi. Ma ho deciso di prendere un ira-repellente. Una pastiglia prima di andare a dormire, da far sciogliere sotto la lingua.

In un attimo, ho notato una piacevole sensazione di crescita personale e ho sentito una felicità enorme nel sapere che finalmente ha superato lo stress post-maquetación e si sta godendo la prima notte d’estate.


Pillola #2: Muito obrigada!

La pillola ira-repellente ha conciliato il mio sonno. Ho dormito con gusto e sono pronta a connettermi al mondo. Decido di darmi da sola il buongiorno dedicandomi una playlist di musica brasiliana.

Invento il 90% percento delle parole, saluto il mio vicino [che non è cubano!] e decido che oggi non ci sarà niente che potrà abbattermi. Nonostante i mille cambiamenti nella mia vita.


Pillola #3: Corpore sano

Faccio un po’ l’intellettualoide salutista [anche se non ho salutato il sole appena sveglia] e mi preparo un’insalata di farro integrale.  E, così, per sentirmi un po’ più figa, mi verso pure un bicchiere di vino bianco, lo stesso che sto bevendo in questo preciso istante.

Non vorrei istigare nessuno all’alcolismo, ma prendersi cura di sé, anche a tavola, aiuta ad affrontare la giornata con un sorriso. E il vino bianco non gioverà alla gastrite, ma è un ottimo alleato contro gli ormoni impazziti.

Mens sana

Pillola #4: Gràcia, mon amour!

Ho l’inestimabile fortuna di vivere in quello che da sempre per me è il quartiere più bello di Barcellona, un concentrato di essenza catalana con un tocco di modernismo hipster che mi affascina e mi innamora ogni giorno di più.

Basta solo scegliere quale sarà la piazzetta che accoglierà le mie buone vibrazioni oggi, mettere su una gonna lunga, una magliettina leggera e una passata di rimmel. E chiudere la porta di casa alle spalle.

Castellers Barcelona

Pillola #5: Bella gente

Sembra un’ovvietà, ma negli ultimi tempi ho imparato a circondarmi solo di gente che sappia trasmettermi buone emozioni. Non parlo di gente sedata con Xanax, né di fedeli amici del THC che sorride sempre incondizionatamente alla vita. Ma di gente che sa piangere, ridere, chiudersi in se stessa e poi esplodere in un milione di sfumature diverse. Gente viva.

Soulmates never die

Pillola #6: Sweet moments

C’è un verbo spagnolo che adoro e che non riesco mai a tradurre a pieno: disfrutar. Letteralmente, significa “godere”, ma lo scarto semantico è incalcolabile. Disfrutar è lasciarsi avvolgere dalle sensazioni, sentire dentro il puro piacere, percepire una soddisfazione a 360º.

Esattamente quello che ho provato oggi pomeriggio con un trionfo di yogurt con Nutella e cookies de La Lletera di Torrent de l’Olla.

Quiero morir [y engordar] disfrutando.

La lletera Gràcia

Pillola #7: Volare, oh, oh!

OK, non lo si può fare tutti i giorni, ma quando oltre alle 6 precedenti pillole di gioia, riesco a ingurgitarne una in più, mi faccio prendere dall’euforia di comprare un biglietto per l’Italia.

Andata e ritorno. Ma ora so che in entrambi i casi, casa mi aspetta. Cosa voglio di più?

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